N° 60

 

IL PREZZO DEL PECCATO

 

Di Carlo Monni

 

 

PROLOGO

 

 

Liz Mace si sveglia e fatica a ricordare dove si trova e cosa è successo, poi, di colpo la mente le si schiarisce. Non si trova nella sua casa in Virginia ma in una “casa sicura” della C.I.A. a Bangkok in Thailandia e l’uomo che sta dormendo con la testa posata sui suoi seni non è Martin Luther King Mitchell, ma il suo superiore alla D.I.A.[1] il colonnello Michael Rossi.

I ricordi della notte appena passata le tornano vividi e con essi il senso di colpa ed i rimorsi.

Mentre scivola dal letto badando a non svegliare Rossi i suoi pensieri vanno a Marty Mitchell. Non si erano mai detti niente ma era chiaro che quello che c’era tra loro non era semplice intesa sessuale, ma una complicità più profonda, un legame che lei ha tradito.

Si getta sotto la doccia e resta seduta sotto il getto d’acqua per un tempo lunghissimo ma l’acqua non può lavare i sensi di colpa.

Che le prende ultimamente? Prima il Guardiano d’Acciaio ed ora Rossi… perché si comporta così? Forse lo stress di aver assunto il ruolo di Capitan America. Ma Capitan America dovrebbe essere un modello di integrità morale e rettitudine, cosa che lei evidentemente non è. D’accordo… fin da quando l’aveva conosciuto si era sentita attratta da Mike Rossi ma avrebbe dovuto essere capace di resistere alle sue pulsioni.

La porta del box doccia si apre ed appare lui, che le chiede:

-Liz, tutto bene?-

            Lei lo guarda e si maledice ancora una volta per essere troppo debole.

 

 

1.

 

 

            Il Palazzo dello S.H.I.E.L.D. sorge non molto distante dal famoso Palazzo di Vetro, sede delle Nazioni Unite di cui è un’emanazione. Nei piani più alti ci sono gli uffici dei dirigenti, raramente occupati perché Nick Fury, Dum Dum Dugan e la Contessa Valentina Allegra De la Fontaine preferiscono di solito trascorrere il loro tempo nel famoso Eliveicolo. Ai piani inferiori ha sede l’Accademia dove nuovi agenti vengono formati. Nel primo piano interrato c’è l’obitorio che oggi ospita un solo corpo: quello del Teschio Rosso.

            Il temibile supercriminale nazista era stato catturato dopo che il suo tentativo di assalto agli Stati Uniti per mezzo dei robot noti come Sentinelle era stato sventato dai Vendicatori e dal gruppo informalmente noto come Vendicatori Segreti, il cui ruolo, è però rimasto ignoto al grande pubblico. Mentre stava per essere trasportato da Washington D.C. alle prigioni dello S.H.I.E.L.D. un misterioso attentatore lo aveva freddato con un preciso colpo alla nuca. Dopo un vano tentativo di rianimazione il corpo era stato portato nell’obitorio del quartier generale dello S.H.I.E.L.D. a New York in attesa dell’autopsia e tenuto sempre sotto costante sorveglianza di un nutrito gruppo di agenti a dire il vero non molto soddisfatti del compito loro assegnato. Tuttavia i rischi che qualcuno voglia impadronirsi del corpo o, peggio ancora, che questo possa rianimarsi, sono troppo alti per poterli trascurare, ma non importa quante precauzioni si possano prendere: in certi casi non sono mai abbastanza.

È piena notte quando avviene il blitz guidato da Sin, figlia del Teschio Rosso, e Crossbones, il suo braccio destro.

            L’assalto si svolge con precisione ed efficienza militare ed i pochi testimoni rimasti riferiranno che Sin si diverte a sparare a destra e a manca ridendo istericamente. La difesa del palazzo è sbaragliata in pochi minuti ed in ancor meno tempo il corpo del Teschio è portato via su un elicottero che in breve scompare praticamente nel nulla.

 

            Potremmo dire che Nick Fury è arrabbiato ma sarebbe una sorta di eufemismo.

-Questa è la seconda volta in poco tempo che quest’installazione viene presa d’assalto…- [2] dice -… e per quello che mi riguarda sono due volte di troppo. La sicurezza di questo posto va rivista per bene… e poi dobbiamo beccare quei figli di buona donna che hanno combinato questo casino.-

-Le milizie del Teschio Rosso guidate da sua figlia, quella che chiamano Sin.- puntualizza l’agente Laura Brown passandosi una mano tra i capelli biondi –Il loro scopo era rubare il cadavere del Teschio Rosso.-

-Dimmi qualcosa che non so, Laura… magari dov’è il covo di Sin.-

-Quel che mi chiedo io…- interviene Dum Dum Dugan -… è perché quella psicopatica di Sin e il suo degno compare hanno voluto riprendersi il corpo del paparino. Vorranno fargli un funerale vichingo o qualcosa di simile?-

-E se…- aggiunge la Contessa -… se l’avessero preso per…-

-Non dirlo.- la interrompe Nick –Non pensarlo neppure.- si rivolge all’agente Brown.-

-Laura voglio che tu formi una task force per rintracciare Sin e Crossbones. A qualunque costo, mi sono spiegato?-

-Perfettamente Nick.- risponde Laura con un mezzo sorriso. Lei e Nick possono anche “divertirsi” insieme all’occorrenza, ma questo non ha niente a che fare con l’incarico ricevuto. Nick non è il tipo da favorire una solo perché ci va a letto, questo è certo ed anche Valentina De La Fontaine sarebbe d’accordo: i suoi gradi se li è guadagnati per merito e non perché era la donna di Nick.

            Quanto a Fury, certi pensieri sono lontani dalla sua mente: sta pensando che forse la Contessa ha ragione e Steve Rogers e la nuova Capitan America non saranno affatto contenti di questo sviluppo.

 

            Sin rivolge uno sguardo irato alla caricatura d’uomo che ha di fronte.

-Come sarebbe a dire che non può far niente, dottor Zola?- chiede con una voce che terrorizzerebbe chiunque… ma quello davanti a lei non è un uomo comune… anzi non è più nemmeno un uomo si può dire.

            Arnim Zola, che alcuni chiamano il Bio-Fanatico, ha trasferito la sua coscienza in un corpo artificiale che non è sottoposto alla decadenza del tempo ma è un po’ inquietante considerato che non ha testa e il suo volto appare su uno schermo nel petto. La sua specialità è l’ingegneria genetica, la creazione di forme di vita artificiali e la clonazione. Già nel 1945 aveva scoperto una tecnica per trasferire la coscienza di un essere umano da un corpo all’altro e l’aveva usata per trasferire quella di Adolf Hitler in vari corpi clonati che gli avevano permesso di sopravvivere sino ad oggi nei panni del Seminatore d’Odio. Più recentemente aveva usato il suo procedimento per far rivivere il Teschio Rosso in un corpo clonato da quello dell’originale Capitan America dopo che il suo corpo originale era morto[3] ed è esattamente quel che Sin gli ha chiesto di fare adesso… e che lui ha appena scoperto di non poter fare.

-Ci ho provato più volte…- ripete alla sua interlocutrice -… ma non sta funzionando. Sospetto che qualunque cosa gli abbiano sparato sia stata realizzata non solo per uccidere suo padre ma anche apposta per bloccare in qualche modo il procedimento di trasferimento.-

-E allora lo sblocchi.-

-Non è così semplice: un intervento del genere potrebbe causare danni irreversibili. In parole povere: potrebbe morire definitivamente o il suo nuovo corpo ritrovarsi con la coscienza di un vegetale.

-Ascoltami bene, piccolo sgorbio…- ribatte la figlia del Teschio Rosso –Trova un modo per far rivivere mio padre o te ne farò pentire ed io non minaccio mai invano.-

            Zola sospira. Quella ragazza non sente proprio ragioni.

-L’unica cosa che posso fare adesso è preservare il corpo in attesa di trovare una soluzione e la troverò, glielo assicuro.-

-Sarà meglio per te.- insiste Sin, poi si rivolge a Crossbones accanto a lei –Voglio la testa di Capitan America. Quella puttana pagherà per prima per quello che è successo a mio padre. Sei con me?-

-Devi anche chiederlo? Quando si comincia?-

-Subito e tu… sottospecie di scienziato… che aspetti a metterti al lavoro?-

            Ma Zola non la sta ascoltando. La sua mente è già intenta a cercare una soluzione al suo dilemma e se c’è lui la troverà… dopotutto è il più grande genetista del mondo.

 

 

2.

 

 

            Il Maggiore dei Marines Elizabeth Mary Mace entra dopo una lunga assenza negli uffici del J.A.G. della Marina a Washington. La licenza che si è presa dopo la scomparsa di suo fratello e i suoi doveri come Capitan America e agente della D.I.A. sotto copertura l’hanno tenuta fin troppo tempo lontana dai suoi doveri di avvocato militare e non può negare di sentirsi un po’ a disagio… anche se la vera ragione è un'altra.

-Liz.-

            Riconosce quella voce e solo pochi giorni fa sarebbe stata felice di sentirla ma ora… ora significa un confronto che la imbarazza e mentre l’atletica figura del Tenente di Marina Martin Luther King Mitchell si dirige verso di lei sfoderando un ampio sorriso, Liz vorrebbe tanto essere altrove.

-Ciao Marty.- lo saluta.

-Ciao? È tutto qui quello che hai da dirmi?- replica lui, poi si china su di lei ed aggiunge a bassa voce –Ho seguito i tuoi exploits come Capitan America contro Graviton e il Teschio Rosso. Sei stata in gamba.-

            E non sai delle mie avventure alle Isole Cook e nel Sin-Cong, pensa Liz, e ci sono cose al riguardo che forse non saprai mai.

            Prova a non pensarci ma la sola presenza di Marty la riporta alla dura realtà. La verità è che non sa come affrontarlo.

 

            Entrando nella sede degli uffici elettorali di suo fratello Sam, Sarah Casper non fa fatica a percepire l’atmosfera di gelo che c’è tra Sam stesso e Leila Taylor e lei sa bene a cosa è dovuta: anche se tecnicamente non gli ha mentito, Leila gli ha comunque tenuto nascosto che le sue gemelle non sono figlie del suo attuale marito e si è rifiutata di rivelare il nome del loro padre. Vista l’età delle bambine, Sam sospetta che siano state concepite poco prima che lui scomparisse per qualche tempo in una dimensione alternativa creata da Franklin Richards al termine di uno scontro con l’essere chiamato Onslaught.[4] Per lungo tempo Sam era stato creduto morto ed al suo ritorno aveva scoperto che tranne i suoi pareti ed amici più stretti tutti gli altri avevano dimenticato che lui era il supereroe Falcon ed anche che Leila era partita per destinazione ignota. Leila ha negato che Sam sia il padre delle gemelle, ma è evidente che lui non le crede. Sarah, da parte sua non sa cosa pensare ma si chiede che interesse avrebbe Leila a mentire sul punto.

            Scaccia quei pensieri ed avanza verso suo figlio Jody che sta sotto un cartellone con la faccia di Sam e la scritta “Sam Wilson per il Congresso” sta chiacchierando con una ragazza anche lei di colore con i capelli rasati, una volontaria che ha già visto ma di cui non ricorda il nome.

-Ciao mamma.- la saluta Jody –Ti ricordi di Nyla Skin? È la segretaria del Reverendo Garcia.-

            Ma certo, ora ricorda: era stata arrestata per un piccolo furto e rimessa in libertà sulla parola dopo che Garcia si era dichiarato disponibile ad assumerla e trovarle un alloggio. È una ragazza madre con un bambino di quattro o cinque anni e all’epoca dormiva dove capitava e si arrangiava come poteva. Non che questo scusi il furto ma almeno aveva i suoi motivi.

-Skin?[5] Un cognome un po’ particolare.- commenta Sarah stringendole la mano.

-È il mio… ehm… nome d’arte.- spiega la ragazza -Sono un artista di strada. Il mio vero cognome è…-

-Non importa che tu me lo dica.- taglia corto Sarah –Ognuno ha il diritto di scegliersi il nome che preferisce, specie noi neri che ce lo siano visto imporre da chi ci ha portato in queste terre come schiavi. Su questo Malcolm X aveva ragione.-

-Una Battista che cita Malcolm X?- esclama Nyla –Non me l’aspettavo.-

-Mia sorella è un tipo imprevedibile.- interviene Sam, appena avvicinatosi al gruppetto –Grazie della visita Sarah.-

-Beh… sei mio fratello e ti aiuto volentieri.- replica lei –Come sta andando la campagna elettorale?-

-Siamo avanti di poco nei sondaggi…- risponde Nyla -… ma ci sta creando qualche problema il fatto che… che…-

-Il mio passato come “Snap” Wilson a Los Angeles.- dice brutalmente Sam –Essere stato un gangster, anche se all’epoca avevo una specie di seconda personalità non fa un bell’effetto nel curriculum di un candidato al Congresso.-

-Ma hai pagato più che abbastanza per quello.- replica sua sorella –E non ti ha impedito di essere eletto Senatore di Stato.-

-Quello era diverso… collegio più ristretto e carica meno impegnativa. Credo di avere una sola scelta.-

-Non vorrai ritirarti come l’altra volta?-[6]

-No… affronterò le accuse in un dibattito televisivo e vada come vada.-

            Sarah sorride soddisfatta: questo è il Sam che preferisce: combattivo fino all’ultimo.

 

            Crossbones guarda Sin che si sta armando pesantemente e chiede:

-Che intenzioni hai?-

-Intenzioni?- ribatte la ragazza –Te l’ho detto: voglio Capitan America e ucciderla molto lentamente, ma prima la farò soffrire e desiderare di morire. Ucciderò i suoi cari per primi e per sua sfortuna so dove trovarli.-

-Andremo noi soli?-

-E non credi che basteremmo? Comunque ho pensato anche a questo. Su muoviti, ho sempre sognato devastare un’università.-

-Università?-

-Nientemeno che Harvard. Ti assicuro che ci divertiremo.-

            Sin fa un sorriso sinistro ed in quel momento, pensa Crossbones, ricorda molto suo padre ed è un pensiero inquietante anche per lui.

 

 

3.

 

 

            Roberta Mace e la sua nuova amica Callie Thorne stanno chiacchierando nel parco del campus di Harvard e gli argomenti sono quelli tipici delle ragazze di vent’anni: i ragazzi, gli studi, i ragazzi.

            Bobbie trova Callie un tipo divertente e si trova bene in sua compagnia. È stata fortunata a conoscerla.

-Ehi lo vedi quello?- le dice Callie indicandole un ragazzo biondo che sta camminando lungo il vicino viale -Non mi ricordo il nome ma è una matricola del MIT.[7] Scommetto che è un secchione. Ne ha proprio l’aria.-

-Però è carino.- commenta Roberta –Ma è del primo anno e noi siamo al terzo ormai e poi… che c’entriamo noi di Harvard col MIT?-

-Non mi fare la Bostoniana con la puzza sotto il naso adesso.-

            Bobbie sta per ribattere quando il suo sguardo cade sull’orologio.

-Oh cavoli sono in ritardo per la lezione. È già la terza volta questa settimana.-

            Callie la osserva correr via. Attende che sia sufficientemente lontana e si assicura che nessuno la possa sentire, quindi si porta la mano destra all’orecchio e dice.

-Qui Agente 7. Preso contatto con il soggetto A. Non sospetta niente. Tutto procede come previsto.-

 

            Non appena sono soli nell’ufficio di Liz, Marty Mitchell la prende tra le braccia e la bacia.

-Era da tanto che aspettavo questo momento.- dice lui poi –Mi sei mancata Liz.-

-Anche tu a me.- risponde lei.

            Non è una bugia, si dice Liz. Ha davvero pensato parecchio a Marty negli ultimi tempi… e ha pensato anche al comportamento… disinvolto… che ha tenuto negli ultimi tempi. Si è detta che lei e Marty non si sono mai promessi nulla e non avevano doveri di fedeltà l’uno verso l’altra ma ora che è con lui sente vacillare le sue presunte convinzioni. Qualunque cosa provi per Mike Rossi (e sa il cielo quanto sia intenso), ha dei sentimenti anche per Marty ed ora si sente confusa più che mai. Perché la vita deve essere così complicata?

-Liz… qualcosa non va?-

            Prima che lei possa rispondere si ode un’esplosione e poi una voce che urla:

-Siamo sotto attacco!-

            Ah proprio quel che ci voleva: l’attacco di un gruppo criminale al momento giusto per evitarmi un imbarazzo. Liz si odia per questo pensiero cinico, poi comincia a svestirsi e tira il costume fuori dalla borsa.

-Togliti quel sorriso idiota dalla faccia.- dice rivolta a Marty che si sta godendo lo spettacolo del suo spogliarello –Non stai vedendo nulla che tu non abbia già visto prima. Piuttosto tienimi da parte i vestiti e coprimi col generale.-

-Contaci… e Liz…-

-Sì.-

-Non farti ammazzare.-

-Farò del mio meglio.- risponde lei con un sorriso e salta fuori dalla finestra.

            La zona del Navy Yard è effettivamente sotto attacco. Le uniformi degli aggressori non le dicono nulla. Deve essere un nuovo gruppo. Il loro bersaglio sembra essere la palazzina che ospita gli uffici del Capo delle Operazioni Navali quando non è al Pentagono. Terroristi, quindi, ma di che affiliazione?    

            Ci sarà tempo per queste domande, ora deve agire. Piomba addosso a due attaccanti abbattendone subito uno. Lancia il suo scudo e ne stende altri due, poi lo scudo torna indietro intercettando un colpo di pistola diretto a lei. Anche quest’ultimo avversario fa la fine degli altri, ma Liz non si accorge che un altro la sta prendendo di mira.

            In quel momento un altro scudo circolare attraversa l’aria.

 

            Una baita nella parte alta dello Stato di New York: i Federali potevano trovare un posto migliore per nasconderla, pensa Joy Mercado, magari le spiagge di Atlantic City o, meglio ancora, delle Hawaii.

            Per fortuna che c’è Ace con le. A dispetto delle insinuazioni di Angela Del Toro che lei lo abbia voluto con sé per la sua bravura a letto, che pure c’è, deve riconoscerlo, la verità è che lui è l’unico di cui si fida per proteggerla dai misteriosi assassini che cercano di ucciderla perché avrebbe scoperto qualcosa che nemmeno lei sa cos’è.

            Non le resta che riesaminare tutti i suoi appunti per l’ennesima volta e cercare di capire cosa può essere sfuggito sia a lei che agli investigatori del F.B.S.A. In ogni caso in questo posto noiosissimo non ha altro da fare… a parte certe attività con Ace s’intende, ma per quelle c’è ancora tempo.

            Senza che Joy lo sappia, fuori dalla baita qualcuno si sta muovendo tra le ombre.

 

 

4.

 

 

            La prima reazione di Liz Mace è assolutamente irrazionale.

-Jeff?- è il nome che le sfugge dalle lebbra senza che nessuno possa sentirlo nella confusione.

            Ma l’uomo che sta correndo verso i terroristi non è suo fratello e nemmeno Steve Rogers. Certo… indossa un costume praticamente identico a quello di Capitan America, se si eccettua che invece di essere prevalentemente blu è bianco. Dev’essere quel Comandante America di cui ha sentito parlare… era inevitabile che le loro strade dovessero incrociarsi prima o poi. Da come si muove è chiaro che ha ricevuto lo stesso addestramento di base di Steve Rogers, quello a cui si sono sottoposti suo fratello e lei stessa. Non può essere un caso. Sta abbattendo gli assalitori come se fossero birilli mentre lei sta solo a guardare: deve agire adesso.

            Salta nel mezzo della battaglia compiendo una doppia capriola mentre lancia lo scudo. Abbatte con calcio a ciascuno due uomini che tentavano di spararle, rotea su se stessa stendendone un altro con un pugno, poi atterra sui talloni recuperando lo scudo che nel frattempo ha steso altri due avversari.

-Bella mossa.- commenta il Comandante America e a Liz sembra di cogliere un velo di ironia nelle sue parole –Tu sei la nuova Capitan America, vero? Sono lieto di conoscerti… anche se avrei preferito circostanze migliori.-

            Sì, decisamente ironico. Non ha il tempo di pensarci: i terroristi stanno tornando alla carica e lei salta verso di loro ancora una volta. Quando è Capitan America e combatte i suoi problemi sembrano lontani e quasi irreali. Che sia per questo che Steve Rogers passava da una missione all’altra: per non pensare ai suoi problemi personali, al peso di essere una leggenda vivente? E suo fratello Jeff… anche per lui era lo stesso?

            Lo scontro non dura ancora a lungo. Per quanto ben addestrati e pesantemente armati, gli avversari non riescono a prevalere contro i due eroi patriottici che alla fine si ritrovano gli unici in piedi, schiena contro schiena.

-È stata una bella battaglia.- commenta il Comandante America –Sei stata in gamba.-

-Grazie… anche tu.- replica Liz –Ma tu chi sei?-

-Sono il Comandante America… e questo dovrebbe bastarti. Conosci le regole.-

            C’è qualcosa in lui… la voce forse o altro che le dà un’inquietante sensazione di familiarità. Lo conosce forse? L’uomo sotto la maschera intende… o è solo illusione?

            A distrarla dalle sue riflessioni interviene un fatto nuovo: i terroristi caduti scattano improvvisamente per poi restare immobili.

            Capitan America si china su uno di loro.

-Morto.- è la sua conclusione –Azzarderei che è stato fulminato da una scarica elettrica ad alto voltaggio. Forse un comando automatico dalle loro cinture o forse un comando remoto di qualcuno che non voleva che li interrogassimo.-

-Una cosa molto seccante.- è il commento del Comandante America.

            Non te importa nulla, pensa Cap, decine di uomini sono stati appena uccisi e tu sei freddo come il ghiaccio. Chi sei? Chi ti manda?

            Come se avesse intuito i suoi pensieri il Comandante America si allontana rapidamente. Liz pensa di inseguirlo poi un gemito attira la sua attenzione. È uno dei soldati feriti nel blitz dei terroristi. Liz esita solo un istante poi si ferma a soccorrerlo. Ritroverà il Comandante America prima o poi, ne è certa.

            Il Centro Medico Federale di Carswell in Texas è, a dispetto del nome, anche una prigione federale che ospita donne senza superpoteri classificate come “difficili”.

            Nessuno ha mai pensato di assalire questa prigione prima di oggi, ma nessuno è mai stato come la figlia di Teschio Rosso.

            La donna è una cittadina tedesca che risponde al nome di Heike Zemo, meglio nota come la Baronessa, incarcerata dopo essere stata catturata da Capitan America e Citizen V[8] e sta scontando una pena di vent’anni per i crimini commessi.

Sta godendosi l’ora d’aria quando un piccolo velivolo appare sopra il recinto. È un attimo ed una scarica di mitraglia falcia le guardie ed alcuni prigionieri, poi viene calata una scaletta a cui sta aggrappata una giovane donna dai capelli rossi con in mano una mitraglietta con cui continua a sparare nel mucchio ridendo selvaggiamente per poi urlare a Heike.

-Baronessa… a bordo, presto.-

            Heike Zemo non perde tempo a farsi domande e si aggrappa alla scaletta che viene presto ritirata mentre il velivolo si allontana rapidamente.

            Mentre Crossbones è ai comandi, Sin si presenta:

-Sono la figlia del Teschio Rosso.-

-Sin… ho sentito parlare di te.- replica Heike -… ma credevo…-

-Che fossi regredita allo stadio di bambina o che fossi sotto custodia federale? Informazioni sbagliate entrambe. Ma ne parleremo dopo, se vuoi: ora togliti quella stupida uniforme.-

            Le indica in un angolo degli abiti che la Baronessa riconosce: il suo costume. Senza esitazione si spoglia dell’uniforme carceraria ed indossa il costume composto da una guêpière violetta e calze a rete nere e stivali con tacchi a spillo. Per ultima si mette la maschera a veletta. -Immagino che tu non mi abbia liberata per pura bontà d’animo.-  dice a Sin –Qual è il tuo scopo?-

-Voglio il tuo aiuto per vendicarmi della nuova Capitan America, ti interessa?-

            Sotto la veletta la Baronessa fa un sogghigno.

-Sono molto interessata.- risponde.

 

            A volte, pensa Sam Wilson, l’unica cosa da fare è lasciarsi tutto alle spalle e volare nei panni di Falcon. Sorvegliare le strade le strade e i vicoli di Harlem dall’alto. Se sarà eletto al Congresso non potrà più farlo con regolarità purtroppo: il suo sarà un lavoro molto impegnativo e ha la sensazione che anche come supereroe avrà molto da fare se quel che si dice delle statistiche sul crimine a Washington D.C. è vero.

            Lo stridio del suo falco Redwing lo avverte di un pericolo giusto in tempo: una rosa di pallettoni attraversa il punto in cui si sarebbe trovato senza l’avvertimento.

            Quella che ha sparato non era un’arma comune e chiunque abbia tentato di ucciderlo è ancora sul tetto davanti a lui. Se crede di poterci riprovare o sfuggirgli si sbaglia.

            Senza esitazione Falcon punta verso il suo bersaglio.

 

 

5.

 

 

            Il leader del Consiglio Ombra sorride. Finora sta andando tutto secondo i piani e nei tempi previsti e non potrebbe essere diversamente. Anche quella Joy Mercado non è che un granello di polvere nell’ingranaggio che lui ed i suoi associati hanno costruito e non ne è neanche consapevole. Presto anche il suo problema sarà risolto.

            Il suono dell’interfono interrompe il flusso dei suoi pensieri.

<<È atteso alla riunione, signore.>> dice una voce femminile.

-Arrivo subito.- è la secca risposta.-

            Spegne il suo computer dopo essersi assicurato che tutte le protezioni siano attive, quindi si alza dalla scrivania, dietro la quale è appesa la bandiera a stelle e strisce, ed esce, pronto per un’altra giornata di lavoro.

 

            Tornata nel suo ufficio Liz si rimette l’uniforme sotto gli occhi interessati e divertiti di Marty Mitchell.

-Piantala di guardarmi on quel sorriso ebete.- lo apostrofa lei

-Stavo solo apprezzando lo spettacolo.- ribatte lui.

            Liz sbuffa mentre si infila la giacca. In fondo Marty non ha colpa per la sua irritazione, è lei che andrebbe biasimata. Il ricordo di quello che è successo con Mike Rossi a Bangkok la tormenta ancora e si maledice di nuovo per quello che sta facendo. Non è un avventuriera in costume qualunque, è Capitan America e questo ha un significato molto speciale per troppa gente, lei inclusa.

            Prova a cambiare discorso:

-Che ne sai di quel Comandante America?- chiede.

-Non molto.- ammette Marty -È apparso all’improvviso, ha sventato un paio di attentati e salvato la vita a un pezzo grosso della Difesa. Sembra avere legami con la Marina ma un mio amico che sta all’O.N.I.[9] insiste che loro non ne sanno niente.-

-Insomma ne sappiamo poco o nulla, peccato.-

-Cos’è: gelosa professionale? Rivalità tra simboli patriottici?-

-Non dire sciocchezze… è solo che… non so spiegarlo.-

-Sei sicura di star bene? È da quando sei arrivata che mi sembri strana.-

-Va tutto bene, stai tranquillo.- risponde lei imbarazzata.

            Vorrebbe che fosse vero ma non ne è così convinta. Non è solo il disagio per quel che sta capitando tra lei, Mike Rossi e Marty… è un’inquietudine diversa: la sensazione che forse hanno certi animali poco prima di un terremoto. Qualcosa di spiacevole sta per accadere.

 

            Crossbones si rivolge a Sin ed agli altri passeggeri del velivolo:

-Siamo sul bersaglio.-

            Sotto di loro la cittadina di Cambridge nel Massachusetts, sede della prestigiosa università di Harvard e dell’altrettanto prestigioso Massachusetts Institute of Technology.

            Sin sorride soddisfatta mentre dice:

-Bene: diamo inizio alla devastazione.-

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Fine di un episodio che fa da epilogo alla saga delle Sentinelle vista su Vendicatori #89/90 e Vendicatori Segreti #20. Il Teschio Rosso è neutralizzato forse definitivamente e la sua organizzazione è allo sbando. Saprà Sin tenerne le redini o qualcuno determinato come la Baronessa o altri cercherà di farle le scarpe? Qual è il segreto del Comandante America? Chi sta sorvegliando Roberta Mace… ammesso che sorvegli lei? Chi vuole morto Falcon? Gli assassini mandati dal Consorzio Ombra riusciranno a colpire Joy Mercado. Ad alcune di queste domande avrete le risposte già dal prossimo episodio, per le altre dovrete pazientare.

            Intanto qualche precisazione:

1)    Nyla Skin è un personaggio creato da Ann Nocenti & Lee Weeks su Daredevil Vol. 1° #287 con cui Matt Murdock, alias Devil, ebbe una breve relazione mentre era in preda di amnesia e si faceva chiamare Jack Murdock e faceva il pugile come il padre. Una volta ripresa la memoria la lasciò e tornò da Karen Page. Su Devil MIT #14 io l’ho ripescata rivelando che ha avuto un figlio che ha chiamato proprio Jack il cui padre è sconosciuto. Dopo essere riuscito a farle tenere il suo bambino, che i servizi sociali volevano toglierle, Matt le ha trovato alloggio e lavoro presso la Chiesa Battista di Harlem a cui è affiliata la famiglia Wilson/Casper.

2)    Jody Casper, il nipote di Sam Wilson, è un personaggio introdotto da Stan Lee & Gene Colan su Captain America Vol. 1° #134. All’epoca era un ragazzino di 13/14 anni che si era aggregato alla banda del boss di Harlem chiamato Faccia di Pietra e Capitan America e Falcon lo convinsero a tornare sulla retta via. Jody tornò a scuola, si diplomò ed oggi nelle nostre storie lavora per i servizi sociali della Città di New York, zona di Harlem, nel posto che è stato di suo zio ed è in questa veste che ha conosciuto Nyla.

E con questo è tutto, ci risentiamo sul prossimo episodio.

 

 

Carlo



[1] Defense Intelligence Agency.

[2] La prima è stata su Vendicatori Segreti #12/13

[3] Su Captain America Vol. 1° #300 (In Italia su Capitan America & I Vendicatori, Star Comics #42).

[4] In Onslaught: Marvel Universe (In Italia su Marvel Crossover #21).

[5] Pelle in Inglese.

[6] Su Captain America Vol. 1° #278 (In Italia su Capitan America & I Vendicatori, Star Comics #21).

[7] Massachusetts Institute of Technology, uno dei più prestigiosi e selettivi istituti universitari americani

[8] Su Capitan America #42/43.

[9] Office of Naval Intelligence, il servizio di spionaggio e controspionaggio della Marina degli Stati Uniti d’America.